Atti ufficiali della costituzione dei “Riparti d’Assalto”

 

A cura di Pierpaolo Silvestri

 

Bisogna risalire ad alcuni mesi prima della fondazione del I° Riparto d’Assalto, per trovare gli atti ufficiali per la costituzione del Corpo degli Arditi.

Il 26 giugno 1917 con una circolare riservatissima (n° 111660 di Prot. R.S.), avente per oggetto i Riparti d’assalto (e non reparti come successivamente verranno chiamati), il Generale Carlo Porro1, Sottocapo di Stato Maggiore, invia un documento ai Comandi delle Armate 1a, 2a, 3a, 4a e 6a:

“Con riferimento a quanto ho già avuto Il Porro chiede ai comandi d’armata, entro 15 giorni, lo stato di consistenza del riparto e le località scelte per la costituzione e l’istruzione.occasione di far presente colla circolare n° 62302 del 14 marzo 1917 e a completamento delle disposizioni date circa l’impiego dei militari arditi, presso ciascuna armata si dovrà costituire per cura dell’armata stessa, a datare dal I° luglio p.v., uno speciale riparto d’assalto formato, per ora, da soli elementi volontari, tratti a preferenza dalle unità di bersaglieri dell’armata…” Avverte poi che la forza dovrà corrispondere a una compagnia, aumentabile fino a un battaglione. Definisce poi l’armamento “mitragliatrici Fiat, pistole mitragliatrici con sostegno Br. Bari, lancia torpedini Settica, lancia bombe, lanciafiamme individuali e telefoni di pattuglia…” mentre “l’armamento individuale comprenderà in massima un moschetto, un coltello (Pugnale n.d.r.) e da 6 a 8 bombe a mano, inoltre ogni militare di truppa avrà una pinza taglia filo, un picozzino e gli altri mezzi di equipaggiamento, e anche vestiario, che l’esperienza potrà suggerire.”

Il Porro chiede ai comandi d’armata, entro 15 giorni, lo stato di consistenza del riparto e le località scelte per la costituzione e l’istruzione. Richiede anche le eventuali esigenze, avvertendo che al più presto farà conoscere le condizioni di trattamento speciale ai componenti dei riparti d’assalto e comunica che quanto prima diramerà le norme d’impiego e il programma d’istruzione nell’addestramento.

Il Sottocapo di Stato Maggiore, compie il passo successivo (4 luglio 1917) indirizzando al Ministero della Guerra, -Segretariato Generale, Divisione di Stato Maggiore- un dispaccio (n° 106907 di protocollo) in cui si legge, per oggetto, la richiesta di “speciale distintivo per i reparti d’assalto”. In esso si ribadisce che “…i costituendi riparti d’assalto, che, com’è facile immaginare non rappresenteranno già una specializzazione qualsiasi di una determinata arma, ma un assieme caratteristico e ben definito di militari veramente scelti sotto ogni aspetti, che saprebbero valutare il significato morale dello speciale distintivo che vorrebbe essere concesso, e che il compito ardimentoso che sarà loro affidato, meritano di essere sostenuti con ogni mezzo morale e materiale. …” Nella missiva il Generale Porro allega un disegno, che fu accettato dal Ministero della Guerra: un gladio romano con l’impugnatura a testa di leone, avvolta dal nodo sabaudo, l’elsa con scritto il motto FERT, il tutto circondato, dal lato destro da fronde di alloro e dal lato sinistro da fronde di quercia.

Il giorno seguente, 5 luglio 1917, il Generale Cadorna, con lettera al Comando supremo –n° di protocollo 21000- dà disposizione per l’”Addestramento dei riparti d’assalto, citando le circolari 6230 e 111660 ed esponendo in cinque paragrafi comei riparti devono comportarsi in azioni loro affidate.

  1. “Gli scopi assegnati ai riparti d’assalto sono essenzialmente:

compiere piccole operazioni ardite intese ad assumere informazioni, e catturare prigionieri, ad occupare o danneggiare elementi della sistemazione difensiva nemica, ad adempiere a speciali incarichi nelle azioni compiute da altre truppe, come costituire nelle ondate di testa i nuclei destinati all’assalto di punti onde si prevede maggior resistenza…

  1. L’addestramento dei riparti:

Che si abbia a disposizione un poligono ampio, largamente fornito di materiali e sistemato in guisa di riprodurre nei loro particolari, le odierne organizzazioni difensive ed altresì il terreno tormentato dalle esplosioni, quale è quello che di solito intercede fra le opposte linee.

  1. L’addestramento deve comprendere:
  • Una istruzione generale diretta a preparare la truppa di fisico e di morale elevato… ad eseguire senza incertezze i singoli atti di combattimento.
  • Un’ istruzione speciale, varia per ogni singola operazione progettata, tendente a preparare i singoli individui all’esercitazione perfetta del particolare compito loro assegnato.”

 

Nel capoverso 4, Cadorna chiarisce l’istruzione generale dividendo il concetto in 3 periodi: educazione fisica (corsa, lotta, passaggio di ostacoli ecc.); impiego delle armi (bombe, lancia bombe, mitragliatrici, pistole mitragliatrici, pugnali, lanciafiamme portatili, cariche esplosive, ecc.) avvertendo che tutti gli arditi devono saper maneggiare dette armi e quelle del nemico; nell’ultimo periodo, traccia il quadro “per armonizzare l’opera dei vari elementi in azioni aventi un supporto concreto e corrispondente ai compiti che più comunemente saranno chiamati ad assolvere.”

Infine il capoverso 5 spiega “l’istruzione generale che deve precedere ogni operazione da compiere, comprende le prove dell’operazione stessa, eseguite su un terreno adatto e sul quale sia stata riprodotta la posizione nemica in tutti i suoi particolari, quali dovranno dedursi dall’osservazione, dalle fotografie, dalle deposizioni di prigionieri e di disertori... Tali prove saranno ripetute fino a quando si abbia la certezza che ogni uomo conosca perfettamente il suo compito e fino a che lo svolgimento della operazione si presenti completo e razionale sotto ogni rapporto. …”

Come si capisce da tale documento, nulla è lasciato al caso. Tutto è studiato anticipatamente a tavolino, poi, quando l’Ardito è sul campo di battaglia, conosce a perfezione i suoi compiti e tutto ciò che può essergli utile per il conseguimento dell’esito positivo dell’azione.

Sempre il 5 luglio 1917, il Generale Cadorna dirama, con protocollo n° 106890 ai comandi d’armata 1a, 2a, 3a, 4a e 6a, il tipo di alloggiamenti: “dovranno scegliersi in luogo adatto dal punto di vista igienico e topografico e convenientemente appartato dalle linee di combattimento. …”; i turni di servizio in trincea “si dovrà escludere per essi (gli arditi n.d.r.) in modo assoluto i turni di servizio in trincea con gli altri reparti”; il trattamento economico: la paga verrà data ai militari dal giorno in cui i reparti saranno costituiti; i premi “si lascia facoltà ai comandi di armata di concedere di volta in volta, e su proposta dei singoli reparti, premi in denaro o licenze premio ai militari che maggiormente se ne saranno resi degni durante le ardite operazioni che verranno ad essi affidate. I comandi d’armata fisseranno caso per caso l’entità del premio o la durata della licenza.”

Infine avverte i comandi che il distintivo è stato sottoposto, per approvazione, al ministero della Guerra.

Con numero di protocollo 106890, Il Capo di Stato Maggiore, Generale Luigi Cadorna, stabilisce il trattamento spettante agli arditi, indirizzando il 5 luglio 1917 le normative ai comandi della 1a, 2a, 3a, 4a e 6a armata e, per conoscenza, al Ministero della Guerra, in cui afferma che gli alloggiamenti dovranno essere scelti con speciale cura sia dal punto igienico che topografico. I militari dovranno essere sottoposti a graduale istruzione evitando inutili servizi e i loro alloggiamenti  dovranno trovarsi nei pressi dei poligoni e campi di addestramento. I soldati impegnati nell’addestramento non dovranno essere impiegati come guardie, piantoni, nelle pulizie delle caserme, all’acquisto di beni di consumo ecc. Per tali lavori e servizi dovranno occuparsi “perennemente” militari provenienti da altri reparti. Il Generale Cadorna specifica che i reparti d’assalto dovranno sempre essere al completo degli effettivi e mai ridotti, per nessun motivo, per operazioni estranee ai compiti loro assegnati: cioè l’addestramento particolare.

Definisce il trattamento economico: il soprassoldo dovrà essere di Lire 0,30 per i sottufficiali e di Lire 0,20 per caporali e soldati. Dispone poi che i comandi d’armata potranno disporre per un migliore trattamento di vitto e potranno conferire premi in denaro e licenze (su proposta del comandante di reparto) ai soldati meritevoli, distintisi in particolari operazioni rischiose 3.

Interviene il Sottocapo di Stato Maggiore, Generale Porro, il 21 settembre 1917 ( quando il I° e il II° Reparto, costituitosi a Sdricca, sono entrati in linea) con la circolare n° 117050 avente per oggetto l’equipaggiamento, l’armamento e la composizione organica dei reparti d’assalto.

 

1 Carlo Porro dei Conti di Santa Maria della Bicocca fu Sottocapo di Stato Maggiore dall’inizio della guerra fino al 9 novembre 1917.

2 La circolare, diramata da Cadorna, n° 6230, e inviata il 14 marzo 1917, “ai comandi di armata e della zona di Gorizia”non è altro che una comunicazione sui “riparti d’assalto” presso l’esercito austro-ungarico e raccomanda la osservanza e la giudiziosa applicazione delle norme contenute nei “criteri d’impiego della fanteria nella guerra di trincea”. In essa è raccomandato:

  • Il costante mantenimento in efficienza dell’ostacolo passivo.
  • Ininterrotto servizio di sorveglianza.
  • Esecuzione immediata da parte dell’artiglieria.
  • Pronto intervento dei rincalzi, specificando che “i comandi d’armata e della zona di Gorizia dispongano per una pratica applicazione.”
  1. Il “Tenente Anonimo” scrive sul suo libro “Glorie e miserie della trincea” edito da Omero Marangoni. Milano. 1933. che nel giugno del 1918 “I miei arditi ricevevano L. 5 per ogni fucile, L. 50 per ogni mitragliatrice e L. 500 per ogni cannone catturato.” Egli apparteneva alla Ia Divisione d’assalto, comandata dal Generale Ottavio Zoppi.
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